Il Cervello è un organo strano. Ha la capacità di fare strane associazione, di abbinare il concetto di mare con il concetto di termosifone. Allo stesso modo ci ha permesso di abbinare il cioccolato a Lisbona. Il motivo ancora non lo sappiamo, sta di fatto che lungo la strada che va da Roma a Perugia passando per i meravigliosi paesaggi umbri, si è passati dal parlare di cioccolato, cioccolatini e creme a Lisbona, a quanto sarebbe stato bello visitarla e a quanto sarebbe stato sfizioso passeggiare per la città e trovare le bancarelle che a un euro ti offrono un bicchiere di cioccolato riempito di Ginja. Ah, eccolo il collegamento.
Il destino ha fatto il resto, 4 giorni volo più hotel non proprio al centro ad un prezzo più che accettabile….preso.
Partenza da Roma ad un’orario improponibile 06:45. Arrivo a Porto alle 08:10. Prendiamo un Uber per arrivare all’hotel in zona Cadofeita a nord di Lisbona.
Suoniamo al portone, ci apre il portone un signore anziano, figlio del proprietario. Non parla inglese, parla solo un portoghese molto sbiasciato. Proviamo a comunicare con quelle 4 parole che conosciamo di spagnolo. Ci intendiamo ma ci fa capire che 1) non possiamo prendere possesso della camera e 2) non possiamo nemmeno lasciare le valigie…”non c’è spazio”.
Vabbè poco male, troviamo un locker al centro, ci facciamo portare li da Uber e cominciamo a vedere la città.
